Biofonia raccoglie materiale sonoro emerso tra il 1999 e il 2003.
Ha alle spalle la ricerca sonora da me sin qui attraversata, la ventennale pratica con Lorenzo Danieletto e istanti di alta sintonia sonora con Luca Calore.
Si basa su due concetti fondamentali: la musica quale fattore di armonia interiore e linguaggio unificante tra culture epopoli diversi e apparentemente distanti fra loro nello spazio e nell'immaginario.
L'India è madre e matrice fondamentale di ispirazione.
In due brani (3 e 5) la sperimentazione consiste nell'inserire elementi e suoni di altre culture sulla struttura classica nord-indiana, senza infrangerne le regole e invece ricercando elementi comuni nei modi, nei ritmi e nelle atmosfere.
Nei brani 1 e 2, al contrario, suoni indiani quali il Sitar ed il Flauto Bansuri vengono inseriti in contesti o basi occidentali, in quanto strumenti necessari ad esprimere emozioni ed immagini.
Ovunque l'India è presente ed ispiratrice con la sua concezione mistica del suono e della musica che affonda le sue radici nei millenni e nel Nada Yoga o Yoga del Suono.
"Atman's Flight" è il volo dell'anima che lascia il corpo e si libra leggera oltre i vincoli della materia. È il tributo alla sacralità dell'esperienza vissuta nell'accompagnare il processo di morte di mio padre.
"Memorie", inizialmente chiamato "pure inspiration", all'apparenza un brano complesso, è in realtà frutto di immediata intuizione.
L'idea è quella di utilizzare la voce imprevedibile del "Bansuri" al posto di un flauto traverso occidentale per dialogare col piano ed esprimere emozioni connesse, nel mio immaginario, al processo di revisione delle memorie che ognuno fa, prima o poi.
"Jog Manipura" è uno spunto di ricerca interculturale: la struttura è tradizionale indiana, ma la chitarra apporta elementi extra-indiani al brano. "Manipune sta qui per "energia vitale", dal nome del "Chakra" del plesso solare, di cui Raga ]og sarebbe equilibratore ed armonizzatore.
La ricerca interculturale è più accentuata in "Megh Jig", in quanto il tentativo è quello di mettere insieme elementi di culture musicali diverse in modo non artificiale, bensì sfruttandone gli elementi comuni. In questo caso, la struttura di base da rispettare è quella classica nord-indiana, ma giocando a cavallo di una sintonia di mood vengono accennate arie irlandesi dalla voce e dal sitar (sempre nel rispetto della scala di Raga Megh), e c'è inoltre l'apporto del violino di Marco Giaccaria dalle tipiche sonorità irlandesi, che anche nell'inserire nel brano una jig tradizionale non infrange le regole melodiche e ritmiche classiche indiane.
"Voce" ed "Avventura della Coscienza" sono due brani di ricerca vocale, entrambi volti a mettere in evidenza l'elemento vibrazione, base della concezione mistica del suono che la cultura yogica indiana definisce come Nadabrahma*. Lo stile vocale gioca con matrici quali il canto armonico o difonico e si ispira al canto classico indiano.
Avventura della Coscienza, con l'elemento difonico più in evidenza, è ispirato, con la dovuta umiltà, a Sri Aurobindo e ad immagini connesse alla sua opera Savitri.
Il senso di questo lavoro vuole essere quello di correlare gli aspetti interculturali legati alla musica indiana con la ricerca di un'unificazione interiore attraverso la musica.
* per approfondimenti sulla Via del Suono si rimanda al libro Biofonia - lo yoga della musica - la via di guarigione del suono, Paolo Avanzo, Ed. Alba Magica, Milano, 2002.
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